Gennaro è sudato, stanco, nella sua cucina. Si asciuga la fronte con un panno, sbuffa, mentre gli spunta fuori un sorriso, a strizzargli le guance morbide, ad allungare gli occhi come piccoli frutti di mare che non si sono aperti. Pensa che gli ingredienti migliori siano questi amici qui, questa gente, questa terra, questa cosa che sa di “sè” e di “te” e di “nostro”, questa cosa che a cucinarla per bene ci vuole tempo, dedizione, pazienza e amore. Questa cosa che è la cosa che stringe insieme, che unisce, che scioglie il sangue, e accorcia ogni distanza, una cosa fatta di mani, sguardi, facce, e cuore. Una festa. Gennaro la guarda, questa cosa che si vede davanti, e sbotta in una lunga risata. Poi si rimette ai fornelli…
Testo di Raffaele Mozzillo
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